Quer pasticciaccio brutto del 5 per mille 2010

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Tutti a chiedere “… e il 5 per mille 2010?”

Le uniche cose che sappiamo sono:

1. l’articolo 2, comma 250 della Finanziaria 2010 (L 191/09) afferma che le risorse dello scudo fiscale vanno finalizzate agli interventi di cui all’Elenco 1 della stessa legge finanziaria, interventi che comprendono tra gli altri anche il 5 per mille.

2. andiamo all’elenco e troviamo 400 milioni dedicati a: “Proroga della devoluzione della quota del 5 per mille IRPEF, attraverso il rifinanziamento delle autorizzazioni di spesa di cui: …”. Qui seguono 4 riferimenti legislativi che andiamo a leggere e – per quanto concessoci – a capire.

I 400 milioni servono per rifinanziare le autorizzazioni di spesa di cui:

a. all’articolo 1, c 1237, della L 296/06: questa recita: Per le finalita’ di cui ai commi da 1234 a 1236 (5 per mille del 2007, ndr) e’ autorizzata la spesa nel limite massimo di 250 milioni di euro per l’anno 2008

b. all’art 3, c 8 della L 244/07: Per le finalità di cui ai commi da 5 a 7 (5 per mille 2008) è autorizzata la spesa nel limite massimo di 380 milioni di euro per l’anno 2009.

c. all’art 45, c 1-bis del DL 249/07 convertito ecc.: tenetevi forte, perchè nel comma si legge <<alla lettera a) del comma 1234 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: “, nonche’ delle fondazioni nazionali di carattere culturale”>>

OK. Ingolliamoci un Moment Act (pubblicità occulta)!

d. (perché non è finita) all’art 63-bis commi da 1 a 4 (5 per mille 2009) del DL 112/08 convertito ecc.: qui si parte dal c 1 che dice quali tipologie di enti erano state ammesse, poi, il c 2 chiamato anche “l’8 per mille non si tocca”, il c 3 relativo all’obbligo di redazione di un fantomatico rendiconto, per finire con il c 4 che parla di un futuro – allora – DPCM che avrebbe regolato il tutto e che come sappiamo è arrivato con oltre 60 gg di ritardo dalla scadenza di iscrizione.

Quindi, prima di tornare al comma 250 dell’ultima finanziaria mischiamo il tutto e interpretiamo:

1. questi 400 milioni devono servire anche a coprire il 2007 e il 2008 (vedi a e b); quindi le risorse per il 2010 potrebbero essere inferiori a 400 milioni se in parte utilizzano questi soldi per le due citate annualità.

2. tra i soggetti ammessi ci sono (c) le fondazioni nazionali di carattere culturale (sic! residuo di una bruttura del 2007, 2008) ma anche (d) tutti gli iscrivibili dell’anno scorso. Due questioni: una fondazione regionale di carattere culturale risulta iscrivibile o no, dato che tra gli iscrivibili dell’anno scorso è ricompresa tra le fondazioni che operano nei settori delle Onlus (tra i quali settori c’è anche la cultura)? Lo sport dilettantistico: lo scorso anno era sì iscrivibile ma – attenzione – in forza del comma 6 della finanziaria dello scorso anno, solo se l’ente sportivo era “socialmente rilevante”, come definito con decreto ovviamente successivo alla norma. Nella norma di quest’anno il comma 6 non è più richiamato; quindi io che opero in una sportiva dilettantistica per VIP (it’s a joke!) posso iscrivermi, vero? O no?

Quando ho scritto e riscritto che ad oggi non sappiamo ancora chi cavolo possa partecipare al 5 per mille 2010, credo di non essere andato molto lontano dalla verità … purtroppo.

Questa mia supposizione è confermata dal fatto che – come già scrissi – neppure gli uffici dell’Agenzia delle Entrate hanno le idee chiare, dato che su due modelli – e istruzioni – di dichiarazione dei redditi (CUD e 730) si leggono indicazioni diverse, nei riquadri dei beneficiari, relativamente alle sportive.

Ma non sconcentriamoci (un Tavor, grazie)

Se torniamo al comma 250 dell’art 2 della Finanziaria 2010 leggiamo che

“Gli schemi dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, corredati di relazione tecnica ai sensi della normativa vigente verificata anche in ordine all’assenza di effetti negativi sui saldi di finanza pubblica, sono trasmessi alle Camere per l’espressione del parere da parte delle Commissioni parlamentari competenti per i profili di carattere finanziario, da rendere entro trenta giorni dalla trasmissione della richiesta. Il Governo, ove non intenda conformarsi alle condizioni formulate con riferimento ai profili finanziari, ritrasmette alle Camere gli schemi di decreto corredati dei necessari elementi integrativi di informazione, per i pareri definitivi delle Commissioni parlamentari competenti per i profili finanziari, che devono essere espressi entro quindici giorni.”

Mentre gli scorsi anni i DPCM erano non regolamentari (e non si chiedeva il parere delle Camere), qui – su pressione delle Commissioni che si sono sentite esautorate su una partita di svariati miliardi – è necessario chiedere invece un parere da parte delle Commissioni parlamentari competenti. A parte che “competenti” è un termine che – dopo la lettura di queste follie – appare sinceramente eccessivo, quello che si teme sono i tempi.

Il giorno 1 il Governo presenta il DPCM sul 5 per mille: la Commissione (anzi le Commissioni – Camera e Senato) devono dare il loro parere entro il giorno 31; se eccepiscono e se il Governo non si conformasse sui pareri, il Governo deve dare nuovi schemi di DPCM. Non si sa quando debba darli, ma si sa che questa volta le Commissioni devono pronunciarsi entro 15 gg dall’ultimo invio del Governo.

Attenzione: rimangono pareri obbligatori ma non vincolanti.

Ci interessa quindi molto la questione temporale: ad oggi non sono arrivati alle Commissioni gli schemi di DPCM.

Quando avremo una qualche certezza sui seguenti temi?

1. quanti soldi hanno assegnato realmente al 5 per mille 2010?

2. Chi vi può partecipare?

3. Verranno reiterate le assurde regole di iscrizione degli scorsi anni?

C’è qualcuno con un grammo di responsabilità che ha intenzione di rispondere?

Is there anybody out there?


Finisco con un esempio di umorismo involontario.

Alla fine della legge finanziaria, come alla fine di ogni norma, viene riportata un’espressione che – come dire? – potremmo qui leggere come una boutade, una celia, un artifizio dannunziano

“E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato”

Carlo Mazzini

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