5 per mille 2010: dalle segrete stanze del palazzo …

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Avviso: questo articolo non è serio, è un gioco, una presa in giro di una situazione come al solito paradossale. Ciò nonostante, può contenere tracce di verità anche se non di realtà! (L’anno scorso ne scrivemmo uno dello stesso tenore).

Che fine ha fatto il 5×1000 2010?

Il 5 per mille 2010 è ancora in alto mare; i soldi ci sono ma non si vede uno straccio di Decreto che dica chi può accedervi e con quali modalità.

Abbiamo sguinzagliato le nostre talpe ai ministeri; queste sono le informazioni che ci hanno passato in esclusiva.

Chi entra e chi esce.

E’ tutta una questione di lobby. Nel 2007 fecero fuori le fondazioni, per poi riammetterle di straforo. Ora torna l’idea di escluderle nuovamente, su indicazione di Palazzo Chigi, ma solo per fare un dispetto alla Fondazione Farefuturo di Fini. Ipotesi crollata per le proteste della Santanché, che avrebbe visto compromessa l’iscrizione della sua “Fondation Louis Vuitton pour les mannequinns tombe en disgrace”.

I Comuni – ancora bruciati dall’abolizione dell’ICI sulla prima casa – vogliono ottenere il 5 per mille per il complesso delle loro attività, non limitandolo ai servizi sociali. I Comuni di Messina e di Reggio Calabria stanno premendo per un 5 per mille “bitume”, nella speranza di poter inaugurare il Ponte sullo Stretto nel 2064 grazie ai 5 per mille sottoscritti fino a quella data. Berlusconi ha annunciato di aver fissato l’evento in agenda.

C’è poi chi vuole un 5 per mille ad associationem. Il Partito Democratico vorrebbe poter iscrivere anche il suo Comitato per la Consulta del Consiglio per le Primarie. La Senatrice Binetti – terrorizzata dall’acronimo del Comitato “CCCP” – ha reso noto che esce dal partito se non riesce ad iscrivere anche la sua associazione di penitenti hi tech “Cilicio e silicio”.

Le scadenze.

Se la politica allarga i beneficiari, i burocrati cercano di ridurne il numero. A parere del ministero, infatti, gli enti iscritti nelle edizioni precedenti erano davvero troppi; fissare i termini di iscrizione al nuovo 5 per mille in modo fantasioso può far emergere darwinianamente i più preparati.

Due ipotesi sul tavolo dei tecnici del ministero dell’Economia.

La prima è di gusto un po’ retrò ma ha sempre il suo fascino; sarebbe stato fissato il termine del 9 Germile, settimo mese del calendario rivoluzionario francese. Saranno davvero poche le organizzazioni che riusciranno ad iscriversi in tempo comprendendo che quella data corrisponde al 30 Marzo!

Temendo che la gente trovi l’informazione su Wikipedia, si fa strada una seconda ipotesi, quella della “scadenza breve”, in sintonia col ben più famoso “processo breve”; il 19 febbraio, alle sei di sera, l’Agenzia anticipa l’informazione secondo la quale da quel giorno ci si può iscrivere al 5 per mille; il 20 esce in Gazzetta Ufficiale il decreto che fissa per il giorno dopo la scadenza ultima. Si noti che il 20 e il 21 febbraio cadono strategicamente di sabato e domenica. Il software di invio verrà rilasciato il 22, con un utile upgrade il 23.

Gli esiti.

Quali che siano i criteri di scelta delle organizzazioni e le scadenze per l’iscrizione, l’Agenzia delle Entrate ha già pronto un comunicato stampa che afferma perentoriamente: “La collaborazione tra l’Agenzia e il non profit si fa ogni giorno sempre più proficua. Sono 57milioni gli enti che si sono iscritti al 5 per mille 2010.”

Insorgono i precari dell’ISTAT: “Stiamo facendo partire il Censimento del non profit, dopo 10 anni di preparazione, e le Entrate ci rubano il lavoro!”

Oltre a precari sono anche illusi; credono di essere i soli in Italia a poter dare i numeri!

Carlo Mazzini


PS: questo articolo è appena comparso sull’ultimo Vita, ma in versione ridotta per ovvi problemi di spazio.

E’ anche l’occasione per ricordarvi che conviene abbonarsi a Vita e lo potete fare anche online partendo da qui.

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