I fatti sono noti. Una classe politica che fa di tutto per non far la cosa giusta e una burocrazia che fa di tutto per far la cosa sbagliata hanno trovato la migliore sintesi del loro fare / non fare nel 5 per mille. Quest’anno si arriverà col termine di iscrizione alle calende greche!
Inoltre, non abbastanza soddisfatti per aver frantumato la nostra pazienza in tutti questi anni, subito prima delle campagne “5 per mille”, questi geni del male (politici + burocrati) hanno attivato la seconda parte della tenaglia, alzando le tariffe agevolate (di sole 6 volte) per rendere quasi impossibile perché economicamente svantaggioso farsi pubblicità sul 5 per mille col mailing.
Se i fatti sono noti, non sono così note o palesate le responsabilità. Con queste pacate parole, vi esporrò la mia analisi da “un tanto al chilo”, è vero, ma almeno può servirci ad andare oltre le geremiadi che sentiamo in questi giorni, lamentele che ad oggi non hanno portato a nulla, purtroppo. E certo non per colpa di chi si lamentava.
5 per mille 2010
Sul 5 per mille 2010 ho battuto il record mondiale di previsioni sbagliate; a ben pensarci potrei candidarmi a segretario del PD!
Ogni martedì o venerdì annunciavo “forse oggi è la volta buona”. E invece, ai giorni seguivano le notti, alle notti seguivano i giorni e nulla succedeva. Anzi, ad oggi (lundì 19 aprile) nulla – ma proprio nulla – è successo. Tra 11 giorni i 730 chiudono i battenti (almeno quelli presentati ai sostituti d’imposta) e chi l’ha compilato ha sì potuto mettere firma e codice fiscale, ma senza sapere se l’ente indicato si sarebbe iscritto o meno, dato che ad oggi non esiste un elenco degli enti iscritti al 5 per mille 2010.
Quindi di chi è la colpa?
Come non dare la colpa ad una maggioranza che produce una legge mostruosa in quanto non capita dalla stessa maggioranza?
A dicembre, la maggioranza vota la finanziaria con allegata tabella che dice che si prorogano le disposizioni degli ultimi tre anni sul 5 per mille e si assegnano per il loro funzionamento altri 400 milioni per il 2010.
Sibillino. Che avrà voluto dire? Non lo sa neppure la maggioranza che a Marzo al Senato, in sede di esposizione di un parere su un DPCM collegato, dice … vi siete sbagliati (dovrebbe dire “ci siamo sbagliati”). Sentenziano: i soldi nel 2010 non servono, serviranno nel 2011 per il 5 per mille 2010. Certo sono ottimisti a credere che il 5 per mille di quest’anno arriverà l’anno prossimo, ma hanno certo più ragione loro che il Governo (che la maggioranza, lo ricordiamo per i più distratti, sostiene e vota).
Quindi la legge è scritta malissimo, siamo in attesa di un DPCM ad oggi non ancora firmato, che comunque dovrà passare il vaglio di Camera e Senato, che comunque prima di passare quel vaglio l’Agenzia se ne fregherà e ne pubblicherà le istruzioni lì contenute sul suo sito, così che se qualcosa cambia su indicazione delle due commissioni … cambia dopo che saranno finiti i termini.
Di chi è la colpa? Certo dei politici.
Ma anche dei diversi uffici legislativi dei ministeri, e degli uffici di collegamento tra i tecnici e i politici.
Dovevano copiare / incollare quello dell’ultimo anno, se proprio volevano fare strano qualcosa (come pare abbia fatto il MIUR) potevano inventarsi la genialata, ma poi tutto il resto era “dato”. In 120 giorni cosa hanno fatto? Noi che usiamo il “mac” diciamo “mela C” e “mela V”. Cosa c’è di difficile? OK, non usano il Mac, ma qualcuno li informi che sulle loro tastiere possono fare “Ctrl (si legge Control) C” e “Ctrl V”. Allora? Quali difficoltà possono avere incontrato? La legge di quest’anno dice: “Come gli anni scorsi e non rompeteci l’anima”. Non testualmente così, ma poco ci manca.
Vogliamo fare i preziosi e pensare di fare gli originali? Ma non è il momento, ragazzi. Anzi, muoversi, dai.
E invece no. Le burocrazie di 4 o 5 Ministeri (welfare, sanità, università, sport, finanze) si sono passati il cerino acceso per 4 interminabili mesi. Il bello è che avrebbero potuto persino scrivere il Decreto già a Novembre, perché si sapeva che comunque ci sarebbe stato “un” 5 per mille.
E invece no. E siamo qui, in attesa di un qualcuno che ci dica che il 5 per mille non è una chimera.
Tariffe Postali
Sulle responsabilità di Poste già scrissi.
In parte anche su quelle del Governo.
Lasciatemi fare un lungo sospiro prima di pronunciare l’impronunciabile leggerezza dell’Agenzia per le Onlus.
Ma cosa ci stanno a fare? Forse mi sono perso qualcosa, ma ad oggi non si sono pronunciati molto sull’affaire tariffe postali (sul 5 per mille siamo abituati ai loro lunghi e pensosi silenzi).
O meglio, il Presidente – Prof Zamagni – ha rilasciato una breve intervista sulle tariffe postali a Vita nella quale ha riportato tre concetti: tutti sbagliati. Non ne ha azzeccato uno. Che uomo preciso! (Vita n 14, del 16 aprile, pag 5)
Primo concetto: Queste cose succedono perché manca una legge quadro sul non profit!
Non è vero, Presidente. Queste cose succedono perché ci sono i mascalzoni che da un giorno all’altro (da un giorno all’altro!) aumentano di 6 volte la tariffa. E anche con una legge quadro, i mascalzoni – se vogliono – possono muovere le montagne pur di far cassa, solo perché non sanno amministrare le finanze pubbliche.
Secondo concetto: il vero problema non è la singola misura: se si fanno le battaglie contro le singole iniziative si rischia di cadere nel neocorporativismo che non porta da nessuna parte
Caro Presidente! Volesse il cielo che il non profit fosse capace di fare il neocorporativismo; ma anche il veterocorporativismo ci andrebbe bene, glielo assicuro! Almeno si avrebbe un corpo, una sostanza. Invece, in tanti anni, le formazioni di rappresentanza del non profit hanno saputo rappresentare – e male – solo la vacuità di loro stesse e poco – o per nulla – le istanze del non profit!
Terzo concetto: Le leggi fiscali sono un’arma a doppio taglio: possono essere cambiate con un decreto e quindi essere inefficaci.
A parte che una legge non può essere cambiata con un decreto (qui il decreto in parola è ministeriale, non DL), cosa c’entra qui il fisco? Nulla. Qui il fisco non c’entra nulla. C’entrano i conti dello Stato, la Presidenza del Consiglio dei Ministri (dalla quale l’Agenzia dipende, ndr), le Poste che hanno più di 900 milioni di euro di utili di cui oltre 300 dalle gentili prebende dello Stato che lascia monopolista un proprio Ente ed in più invece di IMPORGLI le tariffe agevolate per il non profit, gliele paga.
Cara Agenzia per le Onlus, Gentile Presidente,
battete un colpo, fate vedere che esistete, che c’è una ragione ragionevole per la vostra nomina (oltre a quella della lottizzazione, chiaro, dato che le vostre nomine sono state politiche).
Non credete sia arriva l’ora di dimostrare che qualcosa, nei momenti di urgenza, di difficoltà, di assenza di rappresentanza, l’Agenzia può fare?
Di enti inutili ce ne sono già tanti in Italia; inizio a pensare – a malincuore – che se ne sia aggiunto uno, verso il quale avevo nutrito così tante aspettative … evidentemente mal riposte.
Carlo Mazzini