Il mondo alla rovescia! Se una norma fa saltare le tariffe postali agevolate a soggetti profit e non profit, e vi è quindi necessità di mettersi attorno ad un tavolo (Governo, Poste, Mittenti) per trovare un punto di incontro, indovinate chi si favorisce? Verso chi l’autorità di governo, lo Stato, avrà un più sollecito occhio di riguardo?
Bravi, la risposta è giusta!
I soggetti profit!
I fatti: tra i soggetti “colpiti” dall’aumento delle tariffe postali c’erano anche gli editori “for profit”, associati in FIEG e nelle altre federazioni di stampa, periodici, specializzati o meno.
Durante l’estate Poste e FIEG etc hanno raggiunto un accordo col quale si riduceva l’aumento delle tariffe, e lo si spalmava negli anni.
Il Governo fa sapere venerdì scorso che ha fatto di tutto perché i soggetti arrivassero ad un accordo che andasse bene alle parti, tanto è vero che proprio recentemente ha premuto affinché il parlamento dichiarasse disapplicabile l’ex norma agevolativa che in quanto ex riportava la tariffa a costo pieno.
Infatti è uscita in GU il 5 ottobre scorso la L 163/10 che convertendo il Dl 125/10 (che ovviamente parla di tutt’altro) prevede all’art 2, c 1-bis il seguente passo di alta lirica:
<<1-bis. In considerazione della specificita’ del settore, a decorrere dal 1° settembre 2010 e fino al 31 dicembre 2012, per le spedizioni dei prodotti editoriali effettuate dalle imprese editrici di quotidiani e periodici iscritte al Registro degli operatori di comunicazione (ROC) e dalle imprese editrici di libri non si applica l’articolo 3, comma 1, del decreto-legge 24 dicembre 2003, n. 353, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2004, n. 46, e le tariffe massime applicabili sono determinate, senza oneri a carico del bilancio dello Stato, con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sentita la Presidenza del Consiglio dei Ministri, da adottare entro quindici giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto.>>
L’art 3, c 1, del DL 353/03 era appunto quello che determinava un sistema di aliquote basse, il cui ribasso andava poi sostenuto – a favore di Poste – dal Governo. Ora il Governo dice: benissimo, mi va bene che vi siate messi d’accordo Poste e Fieg et altri. Io però non c’entro più e non devo più nulla a nessuno (leggi “senza oneri a carico del bilancio dello Stato”.
Se volete saperne di più
– questa la dichiarazione del Governo
– questa quella di FIEG
– queste le condizioni (quelle di luglio, almeno) che vedevano d’accordo Poste e questi soggetti
Perché il non profit non è riuscito ad ottenere qualcosa di simile? Perché, più che diviso, il non profit non è unito, non è federato; non è … ecco.
Carlo Mazzini
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