Qualche notizia e piccole riflessioni su una certa normativa sulle donazioni a favore di soggetti culturali.
Partiamo dalla fonte primaria.
Con L 342/00 (art 38) l’allora governo Amato II fece passare una norma a suo modo innovativa in merito alla deducibilità delle erogazioni effettuate da soggetti (allora) IRPEG (oggi IRES), cioè aziende; l’innovatività consisteva nel fatto che erano deducibili le somme per intero (a) ma (b) se nel tempo il montante complessivo nazionale delle erogazioni avesse superato una certa soglia, sul surplus, in proporzione al ricevuto, ci avrebbero pagato un’imposta gli enti percipienti delle donazioni.
Capito? Compreso?
Io azienda erogo e comunque mi deduco, senza rischi futuri; chi rischia (se la norma va troppo bene, cioè è iper utilizzata) è l’ente non profit.
Citarsi addosso: ne parlai nel 2001, in questo articolo su Vita.
Nonprofitonline ha rinnovato l’attenzione di tutti quanti su come accedere a questa norma (aziende e fondazioni / associazioni) per le erogazioni effettuate nel 2008. Qui trovate la pagina.
A gennaio, ho scritto al Ministero e mi hanno inviato i dati del 2007, che non avevano ancora pubblicato sul loro sito.
Qui il loro sito
Questi i dati delle erogazioni anche del 2007.
Circ 104 08 (file pesante ben 4,2 Mb)
Torniamo alla strana storia di chi deve rendere a chi.
La soglia oltre la quale gli enti non profit dovrebbero rendere soldi allo stato (tassati al 37%, ma sarebbe d’uopo almeno abbassarla alla tassazione attuale del 27,5%), è pari a 139 milioni di euro.
Da qualche anno ci siamo attestati a soli 32 milioni di euro (23% del montante globale disponibile).
Delle due l’una.
O dobbiamo rallegrarci del fatto che ci siano pochi mecenati!
O, sperando che venga spinta questa forma di erogazione, dobbiamo sperare che la norma cambi, si alzi o si abolisca il tetto.
Segnalo infine anche un interessante articolo sulle donazioni alla cultura di M Pirrelli su Il Sole 24 Ore – Plus 24 del 24 gennaio us, a pag 29.
Carlo Mazzini