APS, ASD, ONLUS spese mediche ecc: tutte salve! Le detrazioni non sono (per ora) toccate.
Il comunicato stampa del 21.1 scorso del Ministero dell’Economia e delle Finanze recita infatti perentorio:
Il Governo ritiene che la sede più opportuna per esercitare l’intervento di razionalizzazione delle detrazioni, così come previsto dal comma 575 della legge di Stabilità 2014, sia la delega fiscale attualmente in approvazione in Parlamento. A tal fine, anche con l’obiettivo di evitare qualsiasi ulteriore aggravio fiscale, il Governo provvederà, con apposito provvedimento, ad abrogare il comma 576 della legge di Stabilità 2014 e di conseguenza non vi sarà alcuna riduzione delle detrazioni attualmente in vigore. La copertura sarà assicurata incrementando gli obiettivi di risparmio previsti dalla revisione della spesa aggiungendovi, pertanto, le cifre stabilite nel comma 575 della stessa legge.
Ciò vuol dire in via diretta che non dobbiamo (ora) temere i tagli orizzontali o selettivi delle detrazioni (ad esempio alle erogazioni liberali). Ottimo!
Vuol dire in via indiretta che se le fanno e se le disfano.
Intendo dire: voi sapete chi si era pensata questa genialata di taglio alle detrazioni per recuperare – solo nel 2014 – quasi 500 milioni? Il Governo, quello stesso Governo che diceva di abbassare le tasse (come riuscisse ad abbassare le tasse diminuendo le detrazioni è un mistero da leggere nelle palle d’acciaio di Letta). Comunque, a metà ottobre dicono tagliamo le detrazioni (era già nel ddl uscito dal Consiglio dei Ministri), mantengono fermo il punto fino alla pubblicazione della legge a fine dicembre, punto peraltro abbastanza ignorato da deputati e senatori (i quali avrebbero forse anche voluto abrogare il taglio, ma non sapevano dove andare a prendere tutti quei soldi), si avvicina la scadenza del 31 gennaio che richiama il Governo ad una responsabilità diretta (o fa la norma di taglio selettivo oppure il taglio sarà generalizzato), e cosa si pensa il Governo (RIPETO: l’avevano scritto loro, i tecnici del Ministero dell’Economia!!!)?
Esprime questi due alti pensieri:
– “ma cribbio! abbiamo un ddl di legge delega sul fisco e sulla sua riforma, utilizziamo quella senza accavallare tanti provvedimenti!” Giusto, peccato che conoscessero il ddl di riforma fiscale già mentre scrivevano il ddl di stabilità!
– “comunque i soldi li troviamo incrementando i risparmi previsti dalla spending review”. E qui la materia e la ragione si fa oscura: quali risparmi? Quale revisione di spesa? Ma è chiaro: quella di cui al ddl di legge delega sulla riforma fiscale!
Ovvio che tutto ciò non ha senso. Ad ottobre esisteva già il ddl di legge delega della riforma fiscale, quindi potevano evitare di scrivere nella legge di stabilità questa decurtazione. Ma se l’hanno fatto (e secondo me scientemente) l’hanno fatto per dire che nella Legge di Stabilità (che doveva essere presentata in Europa) i tagli c’erano, e quindi che il Governo aveva fatto i compiti a casa!
Un indizio a conferma che negli ambienti della gestione economica dello Stato già si sapesse di questa “finta”, è rappresentato dal fatto che ben prima del 21.1 (data comunicato), l’Agenzia delle Entrate avesse pubblicato modelli e istruzioni del 730 e del CUD che riportavano le aliquote tradizionali di detrazione pari al 19% (al 24% per le Onlus). Come faceva l’Agenzia a licenziare modelli definitivi, quando si sarebbe andati da lì a poco a tagliare orizzontalmente oppure selettivamente le detrazioni? Semplice: sapeva che non ci sarebbero stati tagli!
Quindi ora cosa ci troviamo?
Da un lato con un Governo che deve trovare già per il 2014 (effetti finanziari, quindi devono entrargli in cassa o avere meno spese nel 2014) quasi 500 milioni di euro in più, dall’altro con un ddl delega di riforma fiscale che parla di revisione annuale delle diverse misure di esenzione, riduzione ecc, e che FATE ATTENZIONE a seconda di come va questo taglio alle esenzioni, si finanzia il 5 per mille che renderanno perpetuo.
Perpetuo sì, ma sotto schiaffo anche! E qui riporto il testo del ddl legge delega ancora all’esame al Senato (leggete solo il grassetto)
Art. 4. (Monitoraggio e riordino delle disposizioni in materia di erosione fiscale)
1. Fermo restando quanto previsto dall’articolo 3, comma 1, lettera f), il Governo è altresì delegato ad introdurre, con i decreti legislativi di cui all’articolo 1, norme che prevedano, coordinandola con le procedure di bilancio di cui alla legge 31 dicembre 2009, n. 196, la redazione, da parte del Governo medesimo, di un rapporto annuale, allegato al disegno di legge di bilancio, sulle spese fiscali, intendendosi per spesa fiscale qualunque forma di esenzione, esclusione, riduzione dell’imponibile o dell’imposta ovvero regime di favore, sulla base di metodi e di criteri stabili nel tempo, che consentano anche un confronto con i programmi di spesa e la realizzazione di valutazioni sull’efficacia di singole misure agevolative, eventualmente prevedendo l’istituzione, con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, di una commissione composta da un numero massimo di quindici esperti indicati dal Ministero dell’economia e delle finanze e dalle altre amministrazioni interessate, senza diritto a compensi, emolumenti, indennità o rimborsi di spese, la quale potrà avvalersi del contributo delle associazioni di categoria, degli ordini professionali, delle organizzazioni sindacali più rappresentative a livello nazionale e delle autonomie locali.
2. Il Governo è delegato ad introdurre, con i decreti legislativi di cui all’articolo 1, norme dirette a ridurre, eliminare o riformare le spese fiscali che appaiono, in tutto o in parte, ingiustificate o superate alla luce delle mutate esigenze sociali o economiche ovvero che costituiscono una duplicazione, ferma restando la priorità della tutela dei redditi di lavoro dipendente e autonomo, dei redditi di imprese minori e dei redditi di pensione, della famiglia, della salute, delle persone economicamente o socialmente svantaggiate, del patrimonio artistico e culturale, della ricerca e dell’istruzione, nonché dell’ambiente e dell’innovazione tecnologica. Il Governo assicura, con gli stessi decreti legislativi, in funzione delle maggiori entrate ovvero delle minori spese realizzate anche con l’attuazione del comma 1 del presente articolo e del presente comma, la razionalizzazione e la stabilizzazione dell’istituto della destinazione del 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche in base alle scelte espresse dai contribuenti.
Ribadisco: se, secondo le necessità del Governo presente e di quelli futuri, dovranno essere tagliati i risparmi fiscali dei cittadini, delle imprese, del non profit, arriveremo a questo paradosso:
PIU’ SI TAGLIANO LE ESENZIONI / AGEVOLAZIONI, PIU’ SI AVRA’ LA POSSIBILITA’ CHE IL 5 PER MILLE SIA FINANZIATO PER INTERO, AL 100%
OPPURE: più si fa pressione affinché non taglino le esenzioni al non profit e più ci verrà detto, “beh, non vorrete mica la botte piena e la moglie ubriaca, no? Da qualche parte dobbiamo tagliare”
Come la chiamereste questa? Coperta troppo corta? Furbata? Ah no, che cretino! Alta strategia politica, traducibile in una espressione forse più eloquente:
RICATTO AL NON PROFIT
Quindi, care organizzazioni, rappresentanti o presunte tali del non profit: fate attenzione ad esultare per il fatto che stanno stabilizzando IN QUEL MODO il 5 per mille.
Da sempre, loro la sanno più lunga di noi!
Carlo Mazzini
(e qui dovrebbe partire la sigla di testa di X-Files 😀 )