Poche sicurezze in questo paese. Ma in merito al fatto che scrivano le leggi con le parti meno nobili del nostro corpo, ah, su questo non c’è dubbio!
E’ davvero necessario essere così velatamente scurrili, Mazzini?
State a sentire, anime belle.
Mesi fa scrissi che i disegni di legge che stavano per essere valutati dalla Commissione del Senato relativamente alla nuova legge sulla Cooperazione Internazionale (che tocca direttamente le ONG anche sulla loro qualificazione soggettiva) recavano errori madornali, legati al fatto che si erano dimenticati che le ONG sono Onlus sulla base di un richiamo diretto della 460/97 alla L 49/87.
Il ddl allora all’esame abrogava bel bello la L 49/87, quella che norma le ONG.
Io dissi che si presentavano dei problemi.
Lapo Pistelli che aveva ed ha responsabilità nel Governo (e direttamente nella presentazione del ddl) disse “Ah sì? Urca, ci penseranno i nostri tecnici!” (qui)
E io mi misi a pregare gli dei dell’Olimpo che illuminassero almeno un senatore – anche uno solo – e gli facessero capire la stro*zata madornale che stavano facendo.
In sostanza: se non si richiamava la 460 nel testo nuovo, le ONG avrebbero perso lo stato di Onlus, la deducibilità delle erogazioni fatte da chiunque, la decommercializzazione delle attività (anche IVA), il 5 per mille!
Alla faccia, qualcuno avrà premuto per ASSICURARE che neppure un grammo di questi vantaggi fossero persi?
So che presso qualche aggregazione le ONG si sono mosse, ma nessuno degli emendamenti presentati è passato.
Quindi, all’assemblea del Senato è passato con poche modifiche il testo presentato in Commissione, ed i rischi di cui sopra diventano sempre più reali.
Qual è lo scenario?
Lo scenario è che se la Camera approva il testo di legge così come è uscito dal Senato le ONG potranno beneficiare dello status di Onlus per un solo anno o poco più, dato che l’ultimo comma dell’articolo 30 recita
“Per i primi dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge e, in ogni caso, finché non siano fissati i criteri per l’iscrizione all’elenco di cui all’articolo 24, comma 3, rimangono validi gli effetti del riconoscimento dell’idoneità concessa ai sensi della legge 26 febbraio 1987, n. 49, alle organizzazioni non governative purché nell’ultimo triennio abbiano realizzato iniziative nell’ambito della cooperazione allo sviluppo”.
Beffa 1: Mentre sta per essere stabilizzato il 5 per mille – incrociamo le dita, anche quelle dei piedi – le 5 ONG presenti nella prima pagina degli enti più “votati” dovranno fare a meno (dati 2012) di oltre 28 milioni di euro, corrispondenti a 900mila preferenze.
Beffa 2: Mentre si sta ripensando a razionalizzare il sistema di deducibilità delle erogazioni, le ONG iscritte al MAE non potranno far beneficiare i propri erogatori della fiscalità premiale.
Beffa 3: grande incognita sull’IVA sulle esportazioni
Beffa 4: altra fiscalità premiale (art 150 TUIR, imposte minori, esenzione Irap nelle regioni che lo permettono) salterà
Certo, avremo l’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, roba da leccarsi i gomiti!
Direte: le attuali ONG possono sempre “trasformarsi” in Onlus (non più di diritto). Peccato che per farlo devono prima disiscriversi dall’elenco delle ONG, perché l’Agenzia delle Entrate non vuole avere (non si sa perché) enti iscritti nell’Anagrafe e contemporaneamente in altro elenco. Quindi passerà del tempo nel quale le ONG non saranno né ONG né Onlus. Poi comunque dovranno tutte cambiare statuto, in quanto per essere ONG non devi avere lo statuto puntellato dai codicilli della 460.
Direte ancora (care le mie anime belle): ma non c’è la Grande Riforma Renziana del Terzo Settore? Sì ma lì non si parla delle ONG, perché sapevano che stava per essere licenziato questo bellissimo testo di riforma.
Altra beffa.
In commissione ci hanno messo un bel po’ a lavorare – si fa per dire! – sul testo.
E l’aula di Palazzo Madama? Quanto tempo ci ha messo?
Il 25 giugno ha discusso e votato più di 30 articoli in meno di tre ore e mezza! Ma che bella cosa, affossare le ONG in così poco tempo è davvero un risultato di cui andare fieri! Infatti Lapo Pistelli – vice ministro degli affari esteri – afferma a fine seduta (verbale stenografico del Senato)
Signor Presidente, colleghi del Senato, desidero soltanto, a nome del Governo, a titolo personale e – fatemi dire – a nome dei tantissimi che non da dieci, ma da vent’anni, lavorano su questa questione, ringraziare il Senato per il lavoro brillante svolto oggi. È una pagina importante quella che scriviamo, perché è un provvedimento ordinamentale che innova profondamente questa materia. Era da lungo tempo atteso. La vastissima maggioranza e l’assenza di voti contrari testimoniano quanto il testo fosse maturo e quanto questo esercizio legislativo sia stato consensuale, condiviso, frutto di un vero dialogo tra Governo e Parlamento. Di questo il Governo vi ringrazia. (Applausi dai Gruppi PD, FI-PdL XVII e M5S e del senatore Maran. Congratulazioni).
Certo! Congratulazioni!!! Zero voti contrari dati ad un pasticcio terribile!
Tra i senatori che hanno parlato nel corso della seduta si è distinto (!) uno del M5S, tal Lucidi, ma il nome non gli fa onore, in quanto ha letto – assolutamente fuori contesto – due lettere di cooperanti, piene di considerazioni magari condivisibili, giusto un poco da “libro Cuore”; chissà come saranno contenti i cooperanti Stefano e Mario a sapere che non arriveranno più i soldi dall’Italia perché i senatori hanno preferito leggere le loro lettere invece di capire se c’era qualcosa che non andava nella nuova norma!
Il senatore (FI) Razzi – proprio lui, non Crozza – si è dilungato in una spiegazione dei punti innovativi del testo parlando anche del “riconoscimento particolare dato alle organizzazioni della società civile, pur normato e definito, con l’iscrizione da parte dell’Agenzia all’albo dei soggetti ritenuti ammissibili, per validità e capacità”. Ora, gli altri senatori avrebbero dovuto rizzare le antenne se il Senatore Razzi parlava di un buon testo di legge in qualche modo favorevole alle ONG. Io mi sarei allarmato e sarei andato a scartabellare il testo, cercando di capire cos’è che non andava.
Tal Micheloni (PD) ha affermato che trovava “abbastanza raccapricciante che il provvedimento in esame abbia suscitato solo tre interventi in discussione generale”, ma solo per la portata economica della legge e non perché una lettura così soprappensiero del testo porterà ad un cataclisma tra le ONG. Ma poi ha concluso
Credo che abbiamo fatto un buon lavoro e mi auguro semplicemente che questa legge sia approvata oggi in quest’Aula a larghissima maggioranza, se non è possibile all’unanimità. Mi auguro anche, signor Vice Ministro, che il Governo faccia quanto necessario perché questa legge sia poi approvata alla Camera dei deputati durante il semestre di Presidenza italiana dell’Unione europea, perché credo che sarebbe un bel gesto ed un bel segnale arrivare alla fine del nostro semestre di Presidenza con una nuova legge sulla cooperazione, con un respiro diverso, un respiro europeo che ci è già stato riconosciuto nella fase di elaborazione di questo lavoro parlamentare. (Applausi dai Gruppi PD e Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE e della senatrice Mussini)
Certo, facciamo più in fretta che possiamo, così aggiungiamo un’altra bella figura in Europa. Per approvare velocemente una norma sulla cooperazione internazionale affossiamo i principali attori della cooperazione internazionale. Una genialata davvero!
Il relatore della legge, senatore Tonini (PD) si spertica anch’esso in autocompiacimenti per il bel lavoro fatto. E, non contento, si fa intervistare da Vita affermando
C’è l’accordo politico sul tema, quindi presumo che alla Camera il testo procederà spedito e senza brutte sorprese.
e poi, parlando dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo Sviluppo
Si tratta di una vera e propria agenzia pensata come un bracco operativo unitario per la fase attuativa dei progetti, un collettore unico che collaborerà attivamente con tutte le realtà coinvolte: gli enti pubblici, le ong, i privati
Senatore Tonini, si svegli!
Le ONG le avete appena fatte fuori!
Ma papà vi manda soli?
E le ONG e i loro innumerevoli raggruppamenti, cosa dicono? Contenti del lavoro fatto? Giusto un goccio rammaricati per qualche emendamento non passato oppure giustamente incavolati per un testo di legge che decreta la fine delle ONG in Italia?
Carlo Mazzini
2 commenti
Grazie Carlo!
Lucido come sempre e graffiante (troppo poco, visto l’assurdo pasticcio combinato!).
Sono ora definitivamente convinto che quando un parlamentare (o un presidente, un guru, un saggio, ecc.) usa l’espressione “ci penseranno i nostri tecnici” questo significa:
a) che non ha la minima idea di cosa si stia parlando;
b) che non è in grado di capire che mentre lui gioca con l’aria fritta è nella stiva che lui chiama “i nostri tecnici” che si giocano le partite vere (e si fanno le cazzate determinanti);
c) che quando a scuola hanno spiegato la differenza tra astratto e concreto lui era assente.
(L’altro clamoroso successo per cui c’è da leccarsi i gomiti è il cambio di nome del ministero…)
Caro Carlo,
i tuoi commenti concreti e giustamente critici fanno venire da piangere , nonostante il tuo stile arricchito da vene di Humor sempre attento e di qualità.
Se questo è l’inizio chissà che cosa ci dobbiamo aspettare su altri fronti!
MI CHIEDO: DOVE SONO E CHE COSA FANNO LE ONG ITALIANE E QUELLE DI “CASA MADRE” INTERNAZIONALE CHE PROVENGONO DA PAESI DOVE LE ONG SONO AL CENTRO DELL’ATTENZIONE DI TUTTI E IN PRIMIS DEI LORO GOVERNI E DEI LORO POLITICI ???? Com’è possibile che non ci sia una rivoluzione di piazza di fronte a questa ignoranza crassa e alla presunzione di sapere tutto dei nostri politici e dei “loro” tecnici?
Diplomazia e rapporti istituzionali sono importanti ma a che pro se le premesse sono così disastrose per tutte le ONG?
Se fossi a capo di una ONG mobiliterei tutti i donatori, i 900.000 firmatari del 5×1000 e , con in testa tutti i Presidenti, Consiglieri e operatori delle ONG andrei a chiedere un immediato stop all’iter della legge.
Rifare a pezzetti una legge sbagliata è molto più difficile che rifarla subito bene e daccapo!!! Ovvio e scontato mi dirai e di buon senso, ma nessuno lo dice (o solo pochi) e se ne fa carico.
Che si apra sul web e con tutti i mezzi possibili una petizione per la protezione delle ONG Italiane!
Che si mobiliti VITA sull’argomento e si faccia sentire forte da tutti come portavoce del settore !
Insomma è ora che tutte le ONG , INSIEME (!) facciano massa e si difendano, dalla più piccola alla più grande e senza ideologie di parte o interessi individuali.
E’ una responsabilità che le ONG ITALIANE hanno:
1) nei confronti di tutti coloro (uomini, donne e bambini di ogni parte del mondo ) che , grazie al loro lavoro ricevono un supporto insostituibile e incomparabile.
2) nei confronti di milioni di persone, i donatori, che hanno riposto in loro (le ONG stesse, i loro organi di governance, i loro operatori e Volontari(!) la loro fiducia sostenendole con il loro contributo economico!
Dopo 30 anni di di attività di fundraiser , dedicati a informare, sensibilizzare e fare capire alle persone e ai donatori l’importanza di sostenere Cause come i progetti delle ONG , questo stato dell’arte mi addolora profondamente! Per fortuna sono ottimista e spero che questo scossone risvegli gli animi di tutti gli interessati. Altrimenti la mia delusione è solo un piccolo segnale rispetto a quella che prevedo da parte di donatori attenti (e in generale lo sono molto più di quanto non si possa immaginare ) e di molti volontari.
Grazie per averci fornito i tuoi spunti per riflettere nella speranza che qualcuno si mobiliti davvero e in fretta dimostrando concretamente che il nostro Paese è ancora un Paese Civile , nonostante tutto.
Bea Lentati