How’s the world treating you, non profit?

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Prendo lo spunto dal titolo di una canzone degli anni ’50 portata al successo da Elvis Presley e nel 2004 reinterpretata magistralmente da Alison Krauss e James Taylor (vincitori del Grammy 2004), per chiedermi “come ti sta trattando il mondo (della politica), non profit? Ti sta curando? E se sì, come ti cura?”

Perché chiederselo? Semplice, per poter dare un peso alle parole dei politici e governanti quando sproloquiano dei nostri temi.

Si è parlato negli ultimi due mesi di semplificazioni, di testo unico, di razionalizzare le diverse norme (pensate anche al 5 per mille), di valorizzazione della sussidiarietà orizzontale e verticale, di un servizio civile nazionale universale, e di altre buone intenzioni che si sa quale strada lastricano.

Cosa abbiamo ad oggi?

La Grande Riforma “Cambia tutto” è slittata di circa due settimane (forse) e questo non è grave, ma sarebbe grave il motivo accennato dal deputato Beni (uno degli amici del non profit, per cui vale il detto “dagli amici mi guardi Iddio …”), che ha parlato di mancanza di risorse per le agevolazioni fiscali. Qui

Teniamo conto che ci hanno non poco stressato l’anima facendoci presente che sarebbe stata la Riforma epocale e altre balle cui abbiamo fatto finta – inguaribili ottimisti – di crederci. Se le premesse ci hanno fatto sorgere alcuni dubbi, dato che le linee guida erano un pout pourri di frasi mal poste e abbastanza scoordinate tra loro, le post-premesse, il momento subito precedente per dare via istituzionale alla Grande riforma è roba da comiche, Gianni e Pinotto. Se non fosse che si tratta di una cosa seria, ci sarebbe da ridere; se non fosse che li paghiamo per fare le cose per bene – e non per dirsi amici del non profit – potremmo dar loro anche la pacca sulle spalle e dirgli, provaci ancora Sam. Vi rimando ad un commento graffiante di Massimo Coen Cagli su Vita, dove insinua leggero leggero il sospetto che in parte sia stata (quella di Renzi) una mossa elettorale.

Abbiamo poi una serie di provvedimenti recenti che hanno radici lontane ma dei quali, se questo è un governo, l’esecutivo e il legislatore devono prendersi la responsabilità.

Della riforma sulla cooperazione nella quale le ONG rischiano di non essere più Onlus all’insaputa del Vice Ministro Pistelli, abbiamo già detto. Il Vice Ministro ha obiettato – ahilui senza argomentare – alle mie constatazioni, e AOI, sull’account personale di facebook del VM oltre che su questo sito, mi ha dato ragione. A che punto siamo? Il legislatore andrà avanti a spron battuto alla Camera, nonostante non un Mazzini qualunque ma l’Ass delle Ong Italiane si sia detta contraria?

Croce Rossa: comitati locali onlus per forza, altra bestialità che complica moltissimo i comitati, che spesso sono realtà minuscole, sotto dimensionate per reggere all’improvviso una soggettività fiscale non scelta (ma perché?) che il Ministero della Salute (ma perché???) ha imposto credendo di far loro un favore: della serie, tra un cretino e un cattivo, preferisco il secondo; almeno lui ogni tanto si riposa.

Adesso arriva la tanto agognata dichiarazione IMU per enti non commerciali, che dato che è figlia di una serie di obbrobri legislativi e regolamentari, non poteva candidarsi a Miss Italia. Nonostante ciò, i tecnici del Ministero sono riusciti a rendere incomprensibili le istruzioni, e Dio solo sa come e se si riuscirà mai a compilarlo e con quale sicurezza di aver fatto la cosa giusta, dato che poi chi accerta sono i funzionari del Comune.

Ed il 5 per mille? Si può sapere chi all’interno del Ministero dell’Economia sta scrivendo – se lo sta facendo – il decreto legislativo sul 5 per mille e cosa sta scrivendo?

E l’Art bonus? Il Ministro Franceschini, a parte bofonchiare tra un pelo e l’altro della sua barba che non è possibile allargare il beneficio ai beni di proprietà non pubblica perché altrimenti il Ministero dell’Economia si arrabbia, ha proposte alternative, oppure può puntare i piedi sulla questione? Lo Stato aiuta più lo Stato (ad oggi inefficiente nella gestione della cultura) ma non le non profit (ad oggi più efficienti!): le sembra una buona idea dare un premio a chi è più inefficiente? Non sarebbe meglio chiedersi il perché delle inefficienze? Invece dice: “Brava amministrazione pubblica, per beghe interne hai perso da anni occasioni d’oro per auto-finanziare la cultura. Meriti un premio! Non profit? Stai risalendo la china, ti fai un mazzo così; ti tasso fino al midollo. Bene, a te non miglioro le condizioni di deducibilità, perché, sai, non abbiamo i soldi”. Al che uno dovrebbe rispondere: “non avete i soldi perché li avete usati male nella pubblica amministrazione! E’ per questa ragione che non li date a me?”

Ci sarebbero poi tanti altri temi non toccati dalle diverse riforme o presunte tali.

Vogliamo parlare del modello EAS che continua a mietere vittime incolpevoli, perché rese ignoranti dal fatto che i commercialisti non lo conoscono e gli uffici delle entrate non informano i cittadini che vanno a registrare uno statuto?

Vogliamo parlare delle altre tematiche di semplificazione ormai necessaria per il non profit, del tipo che se hai pagato una prestazione occasionale (UNA in un anno), devi, come associazione, pagare le imposte quale sostituto, mandare l’anno successivo la certificazione dell’unico compenso corrisposto, fare il 770?

O volete che ci infogniamo nelle manifestazioni di sorte locali, chiamate anche lotterie, pesche di beneficenza e pesche di beneficenza, che sono regolate in un modo da farti preferire – piuttosto che raccogliere i soldi così – invitare tua suocera al pranzo di Natale?

Oppure se volete parliamo della materia oscura, della dark side of the moon, del lato oscuro della forza: le attività connesse delle Onlus. Chi le ha viste? Chi sa cosa sono? Pare, ferunt, si narra, dicono che sia maggiore la percentuale di chi crede ai rapimenti degli alieni rispetto a quella di chi crede di aver visto svolgere nella sua organizzazione una attività connessa, si intende di quelle concesse dall’Agenzia delle Entrate.

Volete che andiamo avanti? Basta così, per oggi.

Cari politici, ora mi rivolgo a voi.

Noi abbiamo una Treccani di sfighe amministrative. Sono vostra responsabilità diretta, anche se affondano le radici in un terreno lontano nel tempo, perché a governare ora ci siete voi.

E mentre ci avete messo pochissimo tempo a trovare le risorse per le detraibilità dei vostri partiti e il 2 per mille e altre porcherie porcheggiando, per ogni riforma di buon senso, dove bisogna lanciare il cuore oltre l’ostacolo, allargate le braccia e dite: la Ragioneria dello Stato non me lo permette!

Come diceva Govi nei Maneggi pe’ marità ‘na figgia:

“Gigia, c’hai una faccia … ma una faccia … che se cadi ‘e lastre fan sangue!”

Fateci ricredere: dopo aver detto tanto (anche a vanvera), fatene una giusta. E cercate di essere meno permalosi se qualcuno – pochi – vi contestano qualcosa. Nessuno vi ha eletto e siete pagati lo stesso con i nostri soldi. Converrebbe stare un po’ più bassi con l’orgoglio, no?

Carlo Mazzini

 

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