Sul sito del Forum del Terzo Settore leggo di un’iniziativa che mi ha fatto sobbalzare dalla sedia.
Il Forum organizza il 25 novembre prossimo ad Arezzo un convegno dal titolo: “Riforma del Terzo Settore: a confronto con il governo sullo stato dell’arte dei decreti delegati” “Verso la riforma delle leggi del Terzo Settore”. Partner dell’impresa sono il Centro Nazionale del Volontariato e il Centro di servizio per il volontariato – Cesvot (qui la notizia).
Il titolo è davvero curioso e mi conferma i dubbi sull’ambiente di coltura (e di cultura) della Grande Riforma.
Come anche i sassi sanno, la Riforma vive di due fasi legislative. Un primo momento è quello attuale: il Parlamento analizza e sviscera il contenuto del disegno di legge di iniziativa governativa e – dato che siamo ancora una repubblica parlamentare – ha il potere (che spero eserciterà) di modificarne i contenuti a suo gradimento. E’ vero che gli interventi nelle 8 riunioni della commissione referente della Camera (la XII) non hanno brillato per profondità; sono state un susseguirsi di considerazioni superficiali, occasioni utili (spesso, non sempre) di dar aria agli austeri denti dei deputati. Ma quello è il materiale umano che abbiamo in parlamento, ci piaccia o no. E comunque, tra la Commissione e l’Aula ci sarà modo di modificare il testo, di approfondire le tematiche, di correggere il tiro, di stralciare – se non stracciare – alcuni argomenti. Una volta uscito dalla Camera, il testo entrerà al Senato, dove un’altra Commissione prenderà in esame il testo, lo discuterà, proporrà altri emendamenti, alcuni passeranno altri no; il testo come modificato andrà in Aula a Palazzo Madama e lì si potranno ripresentare emendamenti e ad un certo punto il testo uscirà dal Senato. Se il Senato non modificherà il testo uscito dall’Aula della Camera, il testo diventerà legge, altrimenti dovrà ripassare alla Camera e – sempre con lo stesso iter (Commissione + Aula) – potrà uscire non emendato (e diventerà legge) oppure modificato e pertanto dovrà nuovamente andare all’esame del Senato. Questo sistema si chiama bicameralismo perfetto e la nostra costituzione dice che le leggi si fanno così, piaccia o non piaccia.
Non solo. Anche le pietre hanno coscienza del fatto che il disegno di legge è “disegno di legge delega” (art 76 costituzione) che vuol dire che i decreti delegati (aka decreti legislativi) sono quei decreti che vengono emanati dal Governo su delega della legge uscita dal parlamento a seguito del lungo iter sopra descritto.
La Corte Costituzionale ha occhio vigile sui decreti legislativi, nel senso che bacchetta il Governo non appena il decreto legislativo emanato in forza della legge delega sconfini dai limiti imposti dalla legge delega. Se nella legge delega si parla di come modificare le forme delle mele e nei decreti legislativi si legifera sul look delle pere, arriva la tagliola del giudice delle leggi che in tutto o in parte rende incostituzionale i decreti legislativi.
Dove eravamo rimasti? Ah, sì, al Forum del Terzo Settore che organizza un convegno che parla dello stato dell’arte dei decreti delegati. Non vi suona male l’argomento? Su cosa si discute se l’oggetto della discussione (decreto delegato) è inesistente dato che dipende totalmente dall’esito per nulla ovvio dell’esame di Camera e Senato sulla legge delega? Chi è sicuro che il testo del disegno di legge uscirà senza alcuna modifica dal Parlamento?
Di fronte a questo enigma ho cercato di formulare delle ipotesi che condivido con voi.
1. Ignoranza – Il Forum del Terzo Settore non sa di cosa parla. In passato qualche scivolone l’ha preso, ma non possiamo proprio credere che sulla riforma che interesserà l’oggetto della sua missione (e direttamente i suoi soci) il Forum abbia preso una cantonata simile. Lo escludo e spero (anzi so) di aver ragione.
2. Cuore oltre l’ostacolo – Abbiamo visto che la procedura di produzione delle leggi è particolarmente laboriosa. Nell’Anno Uno dell’era renziana abbiamo tutti (tutti?) una fretta pazzesca di fare tutto e subito e il Forum non si tira indietro dal diktat futuristico “veloce è bello”. Quindi, al diavolo le lungaggini parlamentari, noi qui si fa sul serio e parliamo già del “decreto che verrà”, e diciamo persino di “stato dell’arte” del decreto. Ciò farebbe del Forum un sodalizio di illusi o di ingenui. E non posso proprio crederlo.
3. Calcolo politico – Il ragionamento potrebbe essere: lo sappiamo che la legge delega non sarà partorita prima di un tot di mesi e che è assolutamente prematuro parlare di decreti delegati, ma è utile (al Forum come soggetto politico) far credere al popolino (le associazioni) che stiamo lavorando ad un futuro possibile anzi imminente anzi a portata di mano oggi, parlando persino di stato dell’arte dei decreti. Inoltre, dato che per tradizione siamo pappa e ciccia (a diversi gradi di pappaciccismo) con il Governo, sai che colpo invitare i ministri e in particolare la Boschi – invece di Poletti – guadagnandoci persino in glamour, oltre ai parlamentari, tra i quali non può mancare il Presidente del Cesvot (On Gelli), portatore sano di conflitto d’interessi. Questa mi sembra l’ipotesi più accreditata.
4. Menefreghisti della costituzione – E’ pura ipotesi di scuola. La costituzione mette paletti rigidi sulla delegaal Governo di legiferare, ma noi, pur lontanissimi dal credo mussoliniano, ce ne freghiamo. Il disegno di legge delega va bene così, che i parlamentari discutano pure il testo ma poi questo deve uscire nella sostanza – e velocemente, grazie – così come l’hanno vergato la coppia Renzi e Bobba, e noi – col petto in fuori, pronti ad affrontare questa e la prossima battaglia – abbiamo già scritto i decreti delegati, o comunque li stiamo scrivendo. Io sono sicuro che a nessuno del Forum sia passato neppure per l’anticamera del cervello un ragionamento del genere. Richiamano continuamente – e condivido – i principi democratici e il rispetto della costituzione. Ma se uno venisse da Marte, o fosse ignaro della storia più che dignitosa del Forum (e del Cesvot e del Centro Nazionale del Volontariato) potrebbe, sbagliando, prendere per realistica questa ipotesi.
Forum, Cesvot, CNV: è vero che è più importante essere che apparire, ma, vivaddio!, “solo le persone superficiali non giudicano dalle apparenze” (Oscar Wilde).
Cambiate almeno il titolo!
Carlo Mazzini