Vita ci informa che durante il Festival del Volontariato, il Ministro Boschi ha precisato che la possibilità di destinarlo anche alla scuola sarà cumulativa con quella degli enti di terzo settore, «ed essendo cumulativi si possono sommare le scelte dei cittadini».
Fosse vero …
Nella scheda di lettura del Servizio studi della Camera – allegato al ddl Buona scuola – si legge:
“… in sede di dichiarazione dei redditi i contribuenti indicano l’istituzione scolastica alla quale devolvere la somma. La quota di risorse attribuita alle istituzioni scolastiche a seguito del riparto delle somme complessivamente assegnate per il finanziamento del cinque per mille (stabilito in 500 milioni di euro annui a decorrere dal 2015 dalla legge di stabilità per il 2015), è iscritta nel Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche e destinata alle singole istituzioni beneficiarie in maniera proporzionale alle scelte espresse”.
Il testo del ddl afferma (art 15)
“La quota di risorse attribuita alle istituzioni scolastiche a seguito del riparto delle somme di cui all’articolo 1, comma 154, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, (che è il fondo di 500 milioni del 5 per mille del non profit!!! ndr) è iscritta nel Fondo per il funzionamento di cui all’articolo 1, comma 601, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e successive modificazioni, per essere destinata alle singole istituzioni beneficiarie in misura proporzionale alle scelte espresse, …”
La Relazione Tecnica (del Governo) riporta pertanto per l’articolo 15:
“La norma non comporta nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica tenuto conto che si tratta di una diversa ripartizione di un fondo (quello del 5 per mille al non profit!!! ndr) il cui stanziamento è dato”.
Riassumendo.
O hanno cambiato idea e stanno presentando un emendamento per scrivere qualcosa di diverso rispetto a quanto riportato nella legge, ma non dicono che hanno cambiato idea e in questo caso devono anche dire che sottraggono un ulteriore 5 per mille all’erario e trovare il modo per coprire il buco.
O c’è un ministro che non sa quello che il suo governo ha scritto.
O il governo non sa esprimersi e pertanto nelle norme scrive una cosa, ma ne intende un’altra.
Sono imbarazzato: non riesco a capire quale sia il male minore!
Carlo Mazzini