Sono uscite pochi giorni fa le «Linee guida regionali per la disciplina delle cessioni a fini solidaristici» della Regione Lombardia riguardanti, appunto, le raccolte pubbliche di fondi organizzate sul territorio lombardo.
Ne avevo parlato un po’ di tempo fa con tono preoccupato e devo dire che mi ricredo almeno in parte su quella che resta comunque una marchetta a favore di associazioni di categoria (Confcommercio in testa).
La Regione detta le regole ai Comuni per le concessioni degli spazi a favore degli enti non profit nelle famose manifestazioni di piazza e rimanda quindi i Comuni stessi a darsi un regolamento che segua le Linee guida.
Gli aspetti positivi del testo sono che rimandano dove possibile a delle leggi che semplificano la vita al non profit.
Ad esempio si rimanda all’art 18 della L 241/90 dove si afferma che chiunque – all’interno di un procedimento – invece di dover produrre ogni volta i propri stati soggettivi e fatti di cui anche un’altra amministrazione è in possesso, può far sapere all’amministrazione procedente dove può recuperare detti dati. E’ un principio in vigore da 26 anni che poche amministrazioni conoscono.
Pertanto, quando un ente chiederà l’occupazione del suolo pubblico, riporterà i propri dati anagrafici e dirà se è iscritta in un qualche registro e da lì il Comune recupererà tutti i dati. L’uovo di Colombo.
Altra novità è quella relativa alla SCIA (pratica tipica per chiedere di realizzare attività di commercio ecc in luoghi pubblici). Giustamente la Regione afferma che agli enti non profit non deve essere richiesta la SCIA in quanto l’attività in piazza non è vendita.
Ancora, la Regione ricorda ai Comuni che non può essere richiesto alcun tributo agli enti non commerciali in quanto le attività di raccolta pubblica di fondi è esente da qualsiasi tributo (ai sensi dell’art 2, c 2, D Lgs 460/97).
In relazione alla frequenza delle attività, la Regione attende il decreto che deve arrivare da 20 anni, ma dice la sua sulla durata (massimo 2 giorni) ,scelta logica con possibilità di deroga per “raccolta di fondi per emergenze a fronte di eventi calamitosi straordinari” (detto che se sono eventi calamitosi, tendono ad essere straordinari!!!).
Restano alcune perplessità sui punti che avevo messo in luce a suo tempo (quello che il Comune può dire che cosa puoi e non puoi offrire in piazza, sembra una battuta degna del miglior Marchesi!), ma godiamoci la soddisfazione che qualcuno lassù legge Quinonprofit o accetta dei suggerimenti in qualche modo spifferati da chi conosce il non profit.
Per una volta che ci va quasi bene, non lamentiamoci … più di tanto.
Qui il provvedimento – Linee guida regionali per la disciplina delle cessioni a fini solidaristici
Carlo Mazzini