Cosa succede ora che non c’è più la “+ dai – versi”?
Stiamo parlando della scoperta resa pubblica da Antonio Cuonzo su linkedin ad inizio agosto e da me rilanciata sul Sole 24 Ore, ieri 30 agosto (ne parlavo qui), relativa al fatto che le Onlus, le ODV, le APS nazionali e loro satelliti, le ONG le coop sociali dal 3 agosto non possono più far valere a favore dei propri donatori (persone fisiche ed aziende) la previsione di deducibilità fino al 10% del reddito per erogazioni massime (annuali) di 70mila euro.
La legge rimane valida per le fondazioni di ricerca scientifica e per altri enti (conservazione beni culturali ecc).
Per ciò che è a mia conoscenza, non c’è nessun complotto, solo un pasticcio dettato in parte dalla fretta, dalla complessità della norma e del sistema di abrogazioni e entrate in vigore, ma pasticcio rimane.
Ora c’è da capire cosa fare.
Per le Onlus, ODV, Coop sociali e ex ONG – se nessuno interviene – vale la norma vecchia (che fa buon brodo) che consente alle persone fisiche di detrarre fino a 30mila euro al 26% e per le aziende di dedurre fino al 2% del reddito o 30mila euro (qui c’è un “o” disgiuntivo, non limita al ribasso come la + dai – versi).
Per le APS varrebbe la norma generale delle APS che afferma che per le persone fisiche sono detraibili al 19% fino a 2083 euro e per le aziende sono deducibili fino al 2% o a 1.500 e fischia euro, se non fosse che … hanno abrogato anche quelle. Quindi le organizzazioni che se la passano peggio sono le APS.
Pertanto, ora, rispettiamo tutti un minuto di silenzio per il Forum del Terzo Settore che in tutti questi mesi di dar di gomito con il Ministero non si è accorto di aver dato l’OK ad una legge che toglie possibilità di fundraising ai suoi maggiori soci (che sono perlopiù APS).
Tornando seri, il problema per tutti gli enti (Onlus ecc e poi APS) è che adesso sta per arrivare il periodo delle feste natalizie e che la leva fiscale è importante non perché la gente la usi realmente ma perché dà una sorta di quarto di nobiltà all’ente.
Pertanto è bene richiamare le autorità pubbliche (e politiche) a ritornare autorevoli, a prender atto che si è fatto un qualche pasticcio, che anche se da gennaio partono le nuove norme di defiscalizzazione non è utile a nessuno mettere in difficoltà con i propri donatori almeno 60mila organizzazioni.
Il correttivo – qualsiasi esso sia – deve essere veloce. Per via interpretativa o per decreto legge: quello che volete, ma subito, domani, che è già tardi.
Carlo Mazzini