A gennaio parlai di Italianonprofit e dissi che era come passare dal salto in alto ventrale al Fosbury.
Ora ci risiamo: Italianonprofit ha fatto un ulteriore passo, anzi un salto in alto, ancora più in alto.
E’ come se gareggiassero un buon saltatore e un saltatore con l’asta. Ecco, Italianonprofit è quello con l’asta.
Perché? E’ semplice da dirsi, un pò meno da farsi.
Hanno una visione non da Nostradamus (come certi commentatori che vaneggiano di futuri radiosi con welfare rigenerativi grazie ad imprenditori socializzanti e mohito di scorta) ma concreta, che parte dal digitale e dai comportamenti dei cittadini, che sono tali prima di essere donatori o associati.
E poi prendono esempio – ma senza copiare – dagli americani; realizzano la visione in linea diretta, senza arabeschi. Se c’è bisogno di mettere i bilanci, li fanno mettere. Poi, consci che il bilancio ha due difetti: 1.parla solo dell’aspetto economico, 2. parla a pochi, perchè pochi lo sanno leggere, Italianonprofit cerca di tradurre in immagine e testo senza dare facili soluzioni (70/30, spese di fundraising cattive e puttanate annesse) che soluzioni non sono, ma avendo la pazienza di dire “le cose sono complesse, abbi la pazienza di seguire il nostro ragionamento”.
Non mi sento di essere la persona più indicata per dire cosa potrete fare di più con questa piattaforma, e quindi lascio parlare chi l’ha ideata e realizzata. Il mio invito è di andare a vedere cosa combinano, magari partendo dal nuovo spot o dalla homepage
E se dite che sono in conflitto di interessi, dato che collaboro con loro, siete proprio fuori strada. Io sono in convergenza di interessi. Anch’io voglio saltare più in alto.
Carlo Mazzini