In merito all’obbligo di pubblicazione delle entrate di natura pubblica (scadenza 28.2), ieri pomeriggio è stata data la notizia di una lettera del direttore generale Lombardi (Direzione Terzo settore, Min Lavoro e Politiche Sociali) nella quale informava di alcuni aspetti. La notizia è stata data da CSVnet e dal Forum del III settore.
La lettera è indirizzata al Ministero dello Sviluppo Economico. I funzionari si scrivono – è bello, sembra di essere a “c’è posta per te”, manca la De Filippi – e Lombardi afferma che se il MISE era dell’avviso che l’obbligo di pubblicazione iniziasse dal 2018, egli è di diverso avviso, posticipando al 2019 la prima applicazione e facendo proprie alcune interpretazioni (anche autorevoli) girate in rete abbastanza discutibili ma qui non rileva più di tanto.
Quello che rileva è che dobbiamo capire cosa sposta questa lettera sull’orientamento del Ministero che sposta di un anno l’obbligo. Nulla o poco come dice giustamente anche il CSVnet nell’articolo sopra riportato.
Il poco è rappresentato dal fatto che potete anche togliere il 5 per mille (quello che proviene dal Min Lavoro) dagli schemi che state approntando (magari anche con il tool di Italianonprofit) in quanto se quel ministero afferma che non è da applicarsi già da quest’anno, al netto di qualsiasi ragionamento sulla natura pubblica o privata del 5 per mille, è evidente che non ce lo richiederanno indietro. Ancora, se nel 2017 avete ricevuto erogazioni, incarichi o contributi (ambulanze, ecc) da questo Ministero potete non inserirli.
Per tutto il resto la questione è evidente: una lettera del Ministero non svincola le nostre organizzazioni in quanto non vincola le oltre 10mila amministrazioni disseminate sul territorio italiano che possono averci favorito di somme nel 2017 (anche le rette, sì, delle ASL). Il Ministero del Lavoro non ha alcun potere su queste amministrazioni. Inoltre la legge 124 non specifica quale sia il Ministero che possa dire un’ultima parola e a mio avviso è il Ministero dell’Economia.
Pertanto: fino a espressione chiara di qualcuno che si proclami competente per legge fate e pubblicate il modulo.
La morale della storia è:
- ANAC si è detta incompetente (articolo Sole 24 Ore) e QUINDI ha detto che a suo avviso si parte dal 2019
- MISE si è detta incompetente e QUINDI ha detto che si parte dal 2018
- MIN LAVORO si è detto incompetente (non avrebbe scritto una lettera sugli orientamenti) e QUINDI ha detto che si parte dal 2019.
Ora chiamo il Mago Otelma. Cosa dite? E’ incompetente? Non vedo la differenza!
Carlo Mazzini
2 commenti
Ma poi, vale il principio per cassa o per competenza, o che? Se un contributo è stato sottoscritto ma non ancora pagato, o addirittura nemmeno fatturato (laddove sia prevista una fattura), va comunque dichiarato? Dichiarare un contributo in piú non costa nulla, certo, però qualche disallineamento potrebbe prodursi.
per cassa, non c’è dubbio.