Il bello è che non ci si annoia mai.
Il brutto è che non siamo in un film, in una serie televisiva o in una pièce teatrale come “Rumori fuori scena”. Siamo nella realtà.
Comunque, trattiamolo come una farsa in 5 atti.
Primo atto. Dopo 4 anni di tentennamenti, il Ministero “esce” il RUNTS. Con la fronte perlata di sudore, il respiro affannoso per lo sprint che Jacobs lévate, il Ministero annuncia a tutti che è possibile iscriversi al RUNTS.
Certo, ci sono ancora alcune incongruenze, date dal fatto che il Registro nella sua versione “pubblica”, quindi anche nella sua funzione pubblica di prova provata che un ente è un ETS, non esiste e tra un po’ di tempo ci sarà una prima versione ridotta e poi si vedrà. Ma sono quisquilie!
Secondo atto. Flashback. Le Regioni hanno detenuto per poco meno di 30 anni – spesso a loro insaputa – i registri regionali prima delle ODV e poi delle APS e – nuovamente a loro insaputa – gli è stato assegnato il compito di organizzare il lavoro degli Uffici locali del RUNTS, il quale, forte del significato dell’acronimo, rimane un registro Unico ma viene gestito a livello locale.
Questa responsabilità di organizzare il nuovo Ufficio locale del RUNTS non è stato proprio un fulmine a ciel sereno. La norma è stata pubblicata nell’agosto del ’17, in quel dazebao chiamato Gazzetta Ufficiale, ma precedentemente era stata lungamente discussa con la Conferenza Stato Regioni, luogo di risoluzione di conflitti tra il centro e la periferia.
Nell’ottobre 2020 arriva finalmente il decreto ministeriale che per filo e per segno dice cosa le Regioni devono fare per organizzare l’ufficio del Runts il quale ufficio, in termini di competenze, non è così differente da quelli che con stanca rassegnazione (soprattutto delle non profit) le Regioni hanno organizzato nell’ultimo corridoio dell’ultimo palazzaccio, scala destra, scantinato sinistro.
Terzo atto. La narrazione ritorna al presente, ed ecco, a fine ottobre 2021, il colpo di scena. Dopo aver fatto melina per un anno (la pandemia, ok; le cavallette, forse; l’asteroide, no, non ci sperate ma lo meriteremmo!) il Ministero “esce” il RUNTS.
C’è da lavorare: panico tra le Regioni!
Ma come?! Ma non era tutta una farsa? – si chiedono alcuni in perenne pausa caffè.
Ma non era una delle tante promesse … e poi, dopo 4 anni chi ci pensava più! – dicono altri con le sporte della spesa sulla scrivania.
No, no. E’ tutto vero!
Il Ministero – che in realtà ha avvisato le Regioni da molti mesi – chiede, per la famosa trasmigrazione delle anime de li mort… no delle ODV e delle APS, che le Regioni utilizzino un formato e una sequenza di raccolta di dati compatibile con il Registro Unico.
Anossia tra i dirigenti regionali, qualcuno – questo è vero – inizia a chiamarlo con pronuncia inglese: “ranz”!
Quarto atto. Esiste una data, il 23 novembre – che celebra San Clemente Papa – che però non sembra una data tanto clemente con chi ha poca voglia di lavorare. Da quella data le Regioni finiscono di gestire (mediamente) male i registri regionali e iniziando a spedire i dati (hanno tempo fino a fine febbraio, evidentemente hanno modem 56k) devono mettersi in testa di gestire bene un Registro che non risponde più alle paturnie del dirigente locale ma ad una norma nazionale.
Quinto atto: dove la farsa raggiunge gli apici.
La Regione Siciliana produce una Nota prot. 45133 del 25 novembre scorso nella quale si legge:
Al fine di rendere più agevole la trasmigrazione delle ODV e APS nel sistema informatico del Registro unico nazionale Terzo Settore, si invitano gli Enti in indirizzo a trasmettere prima possibile, utilizzando esclusivamente l’allegato modello in xls, le informazioni e i dati contenuti nello stesso e copia dell’atto costitutivo e dello statuto aggiornato (max 8 Mb complessivi).
L’omessa trasmissione delle informazioni e dei dati richiesti, oltre la data sopracitata, comporta la mancata trasmigrazione e quindi l’iscrizione nel Registro unico nazionale Terzo Settore.
Si confida nella massima e fattiva collaborazione
Da un lato si chiede sollecitudine a fare una cosa che avrebbero dovuto chiedere tempo fa (alcune Regioni si sono mosse la primavera scorsa!!!) senza però dire “entro quando”, dato che avete letto “a trasmettere prima possibile”.
Dall’altro la Regione intima di adempiere entro una data non riportata (l’unico riferimento temporale è proprio il “prima possibile” e così abbiamo incenerito la 241/90, le varie Bassanini ecc) altrimenti … e qui l’apoteosi, attenzione … “comporta:
- la mancata trasmigrazione
- e quindi l’iscrizione nel Registro unico nazionale Terzo Settore.”
Cioè, se l’italiano ha un senso, non mi trasmigri e quindi mi iscrivi!
Chiaro che la Regione intendeva dire “mancata trasmigrazione e conseguente mancata iscrizione …”, ma non ce l’ha fatta.
Ma la speranza alberga nella Regione Siciliana che conclude con un ecumenico “Si confida nella massima e fattiva collaborazione”.
Sinceramente … anche noi confideremmo in maggiore attenzione a ciò che scrivete, ad una maggior considerazione dei cittadini.
Tra un ricorso e una PEC, avremmo una vita da vivere, avremmo da fare volontariato, vorremmo sentirci parte di una comunità.
Sipario!
Carlo Mazzini
PS: grazie a chi mi ha segnalato la perla siciliana.