La situazione è tragica ma non seria.
Nelle ultime settimane si sono intensificate le voci allarmate di giuristi e commercialisti che nella sostanza dicono: che se una Onlus si iscrive al RUNTS non può più far beneficiare dei risparmi fiscali i propri donatori. E poi aggiungono: questo vale anche per gli enti che non erano Onlus e che si sono iscritti al RUNTS.
Tutta la questione – che semplifico per carità di patria – verte sull’ultimo articolo del Codice del terzo settore che in sostanza fa partire le regole fiscali della legge condizionandole a due “fatti”.
Il primo è la celeberrima autorizzazione della Commissione europea (non arrivata perché pare non ancora richiesta!), il secondo fatto è la partenza del RUNTS.L’articolo incriminato è il seguente (art 104, c 2):
Le disposizioni del titolo X, salvo quanto previsto dal comma 1, si applicano agli enti iscritti nel Registro unico nazionale del Terzo settore a decorrere dal periodo di imposta successivo all’autorizzazione della Commissione europea di cui all’articolo 101, comma 10, e, comunque, non prima del periodo di imposta successivo di operatività del predetto Registro.
Vi è una ragione per la quale è stato scritto così il testo. Eravamo nel 2017 e si riteneva che prima si sarebbe ottenuta l’autorizzazione europea e successivamente si sarebbe reso operativo il RUNTS.
Così non è andata e pertanto ci si chiede se a seguito dell’inversione temporale delle condizioni cambi qualcosa e quindi se una Onlus, diventata ETS iscrivendosi al RUNTS, o un ente non commerciale, anch’esso iscritto al RUNTS, possa dire coram populo che le donazioni sono detraibili / deducibili.Quello che sta succedendo è:
- gli amministratori degli enti non profit (onlus ecc) appena entrati nel RUNTS strabuzzano gli occhi e si chiedono se sono finiti su Scherzi a parte
- l’Agenzia delle entrate – fino a poco fa propensa a uscire con Circolare dove avrebbe detto che non ci sarebbe stato nessun problema – ha passato il testimone al Ministero dell’Economia per far scrivere una norma di interpretazione autentica (dove si spera dica che va tutto bene)
- i diversi consulenti spingono alla prudenza e fermano i board dicendo “attenzione, qui casca il mondo; non lasciare l’incerto per il certo”, dove di certo, ma loro sembrano non saperlo, c’è che le Onlus finché son tali non possono fare attività diverse mentre gli ETS dentro al RUNTS sì.
E’ giunto il momento – per i quattro buoni samaritani che mi leggono – di fare chiarezza.
Primo punto: di questa questione avete letto qualcosa in giro? C’è qualcuno che l’abbia esposta e si sia speso per fare chiarezza? A mio avviso, oltre all’avv Sepio che scrive continuamente che non vi sono dubbi che rimangono in vigore le disposizioni a favore dei donatori per le Onlus iscritte al RUNTS (e quindi non più Onlus) e per gli altri enti non profit che si sono iscritti nel RUNTS (posizione che condivido), oltre a lui nessun altro ha il coraggio di dire nulla.
Secondo punto: per me non ci sono dubbi in merito alla continuità del regime di favore per i donatori per le Onlus e all’inizio per gli altri enti non profit iscritti.
Le ragioni sono:
- la questione “autorizzazione” non tocca e non può toccare la questione “donazioni” che non è soggetta a vaglio eurounitario. Quindi presumere che si debba attendere l’OK di un’autorità su qualcosa sulla quale non ha competenza è un po’ come ritenere che Guido Pancaldi e Gennaro Olivieri (storici giudici di Giochi senza frontiere) arbitrino la finale del prossimo Mondiale di calcio, detto che non aiuta il fatto che siano entrambi deceduti. Quindi, manca la competenza e la Commissione non è chiamata a dire la sua su di un regime già avviato dal 2018. Quindi: perché una norma porrebbe una condizione che tale non è?
- Il beneficio finanziario che il Ministero dell’economia avrebbe nell’interpretare la norma negando la deducibilità delle erogazioni a ex onlus e new ETS sarebbe pressoché nullo; il maleficio politico sarebbe invece massimo, e voi capite il perché anche solo immaginando i caratteri cubitali dei titoli: BEFFA RUNTS. CHI SI ISCRIVE PERDE I BENEFICI e simili. Altro che governo dei migliori!
- Inoltre si creerebbe più di una situazione paradossale:
- ero Onlus, mi valeva la deducibilità delle erogazioni. Ora sono ETS e non posso più farla valere!
- l’Agenzia delle entrate mi ha comunicato che da una certa data (fine marzo 22) potevo iscrivermi al RUNTS ma si è dimenticata di aggiornarmi sul fatto che le donazioni a mio favore (se mi iscrivo al RUNTS) non sarebbero state più deducibili
- il comma 1 del 104 dice che ODV e APS iscritte nei vecchi registri possono dedursi le erogazioni ma se ora i riferimenti ai vecchi registri cadono, a me, che sono APS entrante spintoneamente nel RUNTS, non si applicherebbe più l’art 83
- E se fosse così, alle ODV e alle APS non si applicherebbe più – a partire dalla loro iscrizione al RUNTS – neppure l’art 82 su esenzioni e riduzioni di imposta di bollo e di registro. Quindi, ad esempio, dopo che ho ottenuto l’esenzione di bollo dai conti correnti, devo tornare in banca e dire: “sì, continuo ad essere ODV e l’art 82 varrebbe ancora, ma dato che al comma 1 dell’art 104 si parla di me nella precedente vita (che ero come allora una ODV ma il registro era quello della 266/91) ora che nulla ho cambiato e mi vogliono premiare, mi tolgono l’esenzione dall’imposta di bollo! Si pensi se avessero voluto danneggiarmi!
Ora, va bene che risediamo in un paese avvezzo alle stramberie, ma c’è un grado di pirlaggine che a nostro avviso non viene raggiunta proprio perché i malefici – a chi li attuasse, a chi ci mettesse la firma – sarebbero maggiori dei benefici.
Quindi, facendo finta (con molta fantasia) che Forum del terzo settore e Consiglio nazionale del terzo settore abbiano un ruolo proattivo e che servano a qualcosa, aspettiamoci un segno di vita da loro.
E’ vero; hanno avallato i pessimi schemi di bilancio – che tanto fan penare gli amministratori.
E’ vero; nulla dicono in merito alla sindrome compulsiva del Ministero del lavoro di scrivere su tutto lo scibile umano sugli ETS con difficoltà a farsi capire, oltre che con opinioni opinabili.
E’ vero; si lamentano del fatto che la norma sulla parte fiscale / commerciale ETS è peggiorativa rispetto ad alcune disposizioni passate e presenti dimenticando che quest’ultime non sono state sottoposte al vaglio europeo e quindi facciamo silenzio prima che la maestra ci becchi e ci faccia un mazzo così come con l’IVA sulle prestazioni a soci.
Tutto vero, ma nonostante ciò, io ho fiducia.
…
No, non è vero.
Sono solo disperato.
Ma, come detto, confido almeno che amministrazione finanziaria e Ministero dell’economia non facciano harakiri, o, come diceva quella vecchia battuta, quella del marito che per far dispetto alla moglie …
Carlo Mazzini