Qatargate: cosa fare (prima e dopo) se coinvolti

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Nel Qatargate non c’è solo la (non ONG) Fight Impunity della quale abbiamo già parlato; un’altra ONG sarebbe coinvolta per il tramite del suo Segretario generale e componente del Consiglio Direttivo, la Non c’è pace senza giustizia (NPSG).

Per mettere i puntini sulle i, ad oggi l’associazione non è coinvolta, bensì lo sarebbe “solo” il suo Segretario generale.

NPSG: si tratta, in questo caso, di una vera e storica ONG, iscritta all’elenco MAECI delle OSC (ex ONG) e con tutti i crismi dell’ente senza scopo di lucro – ONLUS.

Nell’home page di un sito (sia detto fuor di contesto: di insana bruttezza) la prima notizia è giustamente quella relativa allo scandalo di questi giorni.

Al di là del titolo un po’ criptico (Comunicato del Consiglio Direttivo dell’Associazione italiana Non c’è Pace Senza Giustizia), vi si legge

Non c’è Pace Senza Giustizia, che da anni svolge la propria attività internazionale, rivendica con forza il proprio impegno trentennale per la promozione della giustizia penale internazionale, della democrazia e dei diritti umani che hanno da sempre contraddistinto la sua attività con i numerosi programmi che dall’Afghanistan, all’Amazzonia e alla lotta contro le violenze perpetrate nei confronti delle donne, la vedono protagonista. 

Il Consiglio direttivo, prendendo atto della volontà di Niccolò Figà Talamanca (Segretario Generale di Non c’è Pace Senza Giustizia e dell’AISBL di diritto belga No Peace Without Justice), di autosospendersi dalle funzioni a tutela dell’attività di NPSG e NPWJ, ha deciso di trasferire le sue funzioni ad altro personale interno, al fine di assicurare continuità all’operatività dell’Associazione. 

NPSG riconosce l’importante lavoro sui diritti umani svolto da Niccolò Figà Talamanca e confida che l’inchiesta in corso dimostrerà la correttezza del suo operato.

La domanda è: di quale inchiesta in corso stanno parlando? Non la citano, pare brutto.

Preso in sé, se non si sapesse nulla dell’affaire Qatar, il Comunicato racconterebbe

  1. siamo sempre stati un’organizzazione protagonista nel bene (non abbiamo dubbi)
  2. il CD prende atto che – per ragioni qui non dette – il Segretario generale si è autosospeso e che è stato quindi sostituito nelle funzioni da Gianluca Eramo (informazione da un’intervista sul Corriere)
  3. Il fu Segretario in passato ha fatto tante cose belle (e ci crediamo) e quello che gli è successo (ma cosa è successo?) ci sorprende e ci auguriamo che venga dimostrata la sua correttezza.

Tutto bene, tranne la chiarezza del contesto e tranne un fatto di non poco conto dal punto di vista meramente comunicativo.

Che la prima speranza per una ONG dovrebbe essere che sia fatta giustizia, considerato che il termine “giustizia” risuona anche nella loro denominazione.

Una parola in più sulle accuse, sul pasticcio, sulle imputazioni avrebbe reso più chiaro il comunicato e sarebbe stato più in linea forse anche con il mandato dell’associazione.

In quanto a trasparenza, l’Associazione ha una pagina molto completa su tutte le informazioni utili dal punto di vista sociale e economico-finanziarie, persino dal 2005.

Chapeau!

Cosa ci suggerisce il vedere coinvolta un’ottima organizzazione, o, più correttamente, una figura apicale di un’ottima organizzazione, in un pasticcio come il Qatargate?

Vanno bene, atto costitutivo, statuto, bilanci e bilanci sociali. Va bene che ci sia la relazione del revisore, il quale afferma che non sono applicabili alla Onlus i principi nuovi nella redazione del bilancio, e a mio avviso sbaglia (ma non importa perché poi li applicano).

Ad occhio e croce manca – in quanto mai citata – la 231/01, la famosa norma sulla responsabilità amministrativa dell’ente peraltro di “derivazione” europea.

Norma che, guarda caso, protegge l’ente proprio nei casi come questo (qui siamo a livello ancora di indagine, ricordiamolo per l’ennesima volta) dove ci sarebbe una figura apicale che sarebbe in qualche modo invischiata in una brutta storia di corruzione.

Capite bene che se si dimostrasse che anche un solo euro fosse arrivato all’onorabilissima organizzazione da questi presunti maneggi del suo direttore anche all’insaputa dell’organizzazione, essa ne pagherebbe pesanti conseguenze, con sanzioni interdittive e pecuniarie molto pesanti.

Quindi, al di là del caso concreto per il quale ci auguriamo che vada tutto per il meglio per l’organizzazione E (direi soprattutto) che sia fatta giustizia, chi opera in modo massiccio con le pubbliche amministrazioni deve dotarsi di

  • modello 231 (e renderlo operativo, altrimenti è solo carta)
  • Organo di vigilanza.

Voi direte: ma tutte queste “difese” costano. Il revisore, l’organo di controllo, l’organo di vigilanza, i commercialisti, i consulenti … chi li paga tutti questi?Concordo. Sono spese.

Ma chiediamoci, anche alla luce dell’accaduto e di quanto sappiamo – seppur parziale e non definitivo: sarebbero davvero spese inutili?

Carlo Mazzini

PS: grazie a chi su LinkedIn mi ha spronato a riflettere su questa questione

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