Il Presidente di Terzjus, Luigi Bobba, ha pubblicato su Vita un interessante intervento sui dati del Registro Unico aggiornati a metà dicembre, con considerazioni conclusive condivisibili.
Devo ammettere, però, che mi aspettavo di più dall’ex sottosegretario che tanto ha dato per la causa della Riforma e che purtroppo poco o nulla ha colto dal punto di vista politico.
Cosa manca all’interessante analisi di Bobba?
Recuperiamo la memoria: perché a suo tempo abbiamo accolto tutti con gioia la riforma e in particolare l’idea che si avrebbe avuto un Registro unico? Perché era esperienza comune – certificata da una ricerca della fu Agenzia delle Onlus – che più di 300 registri di enti non profit non garantivano la tutela dei donatori, dei cittadini e delle amministrazioni, considerando anche il fatto che pochissimi dei suddetti registri erano davvero accessibili online e nessuno risultava aggiornato.
Possiamo dire quindi che, per differenziarsi dalla situazione del passato, il Runts sarà davvero operativo nel momento in cui saranno disponibili a tutti i cittadini i dati di ogni singola organizzazione lì iscritta.
Si dirà: ma ad oggi esiste una pagina dalla quale può essere scaricato un file in pdf o excel che contiene i dati basici delle organizzazioni. E si dirà anche: più volte il Ministero ha scritto che il Registro sarà reso pubblico nella sua versione front-end nel momento in cui sarà sufficientemente popolato. Rispondo.
I file che ogni giorno vengono caricati nella pagina assolvono alla funzione delle Pagine Gialle. Né più né meno.
Scarico oggi il file in pdf (12 mb), leggo in prima che gli enti iscritti ad oggi (11.1) sono 87.353 (anche in tedesco, sia mai che facciamo incazzare quelli di Vipiteno), conosco i nomi dei legali rappresentanti, vedo se si sono iscritti al 5 per mille e poco altro.
Molto utile … se intendo scrivere una lettera cartacea al presidente dell’ente!
Non è questo quello che intendevamo come Registro pubblico!
Noi stiamo aspettando l’equivalente del database libero e liberamente consultabile della Charity Commission inglese che oltre a dare notizie (aggiornate a ieri, e non al 22 aprile 2022 come nella pagina del RUNTS) offre
- un servizio di ricerca online,
- fa scaricare tutti i dati pubblicamente fruibili nel Registro delle Charity,
- fa vedere la top 10 per entrate, spese, volontari, dipendenti e altro
- offre una panoramica aggiornata dei dati sul settore.
In sostanza, la perfida Albione usa il database per quella che è la sua natura: un servizio ad uso pubblico e di pubblica utilità.
Quindi chiediamo al Ministero del Lavoro: quando uscite il vero Runts?
Qual è la soglia di popolazione minima soddisfacente di enti che vi fa dire che è venuta l’ora di uscire con la nuova e definitiva versione del RUNTS?
Attendiamo fiduciosi che il nuovo anno porti al Ministero il dono della parola – anche scritta, meglio ancora se comprensibile – con la quale annunci la data di assolvimento di un suo preciso dovere e l’ottenimento per noi, cittadini ed enti, di un sacrosanto diritto.
Carlo Mazzini