Con un certo numero di professionisti attivi nel non profit siamo giunti ad una posizione comune sulla Comfort letter; riteniamo che essa non tuteli gli enti del terzo settore da futuri contestazioni europee sull’applicazione delle norme relative ai regimi fiscali relativi allo svolgimento dell’attività commerciale.
Questo certo numero di professionisti ha quindi prodotto una lettera aperta (vedi in fondo) rivolta al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Viceministro e al Direttore della direzione che guida il Terzo settore.
In essa si ripercorrono gli elementi della Comfort letter e fondamentalmente si dice:
- la Comfort letter non è un’autorizzazione né si spaccia per esso, tanto è vero che ci sono espressioni dubitative o sospensive del giudizio sulla presenza o meno di Aiuto di stato
- la Commissione e la Corte di Giustizia si sono già interessate agli enti non profit e all’applicabilità ad essi delle norme sugli Aiuti di Stato: e hanno sempre detto che la regola generale è che quelle norme si applicano nel momento in cui questi enti realizzano attività commerciali
- conseguire l’Autorizzazione della Commissione europea avrebbe significato ottenere uno scudo stellare sulle norme italiane e sulla loro applicazione, considerato che le Autorizzazioni constano di un livello di dettaglio su ciò che si può e non si può fare totalmente sconosciuto alla Comfort letter
- dato che gli Enti del terzo settore agiscono e agiranno in veri e propri mercati dove concorrono con aziende for profit, il rischio di vedersi contestato l’utilizzo di una norma contraria a quelle europee è alto, come l’esperienza del passato ci insegna
- le conseguenze economiche future per eventuali contestazioni ricadranno sugli Enti del terzo settore e non si comprende come un buon amministratore possa oggi tutelare il proprio ente in uno scenario di così grande incertezza.
Quel certo numero di professionisti richiede pertanto una spiegazione dettagliata sulle ragioni dell’abbandono della strada maestra di richiesta dell’Autorizzazione.
Ci aspettiamo, ad esempio, che mercoledì 16 aprile, nel corso dell’audizione alle Commissioni riunite Affari Sociali e Finanze della Camera, il Viceministro Bellucci riporti una disamina completa della situazione e di quelli che saranno le conseguenze nell’adozione della sola Comfort letter.
Perché è giusto ritenere che abbiamo una normativa avanzata sul terzo settore che valorizza ottime organizzazioni nel loro alto mandato sociale.
Ma credere che quindi andrà tutto bene, significa rifugiarsi nella più classica comfort zone … della comfort letter.
Il Corriere della Sera – Buone Notizie di oggi (martedì 15 aprile) dà spazio a pag 34 alla nostra iniziativa in un interessante articolo a firma di Paolo Foschini.
Carlo Mazzini
