Da un articolo pubblicato oggi sul sito de Il Sole 24 Ore, veniamo a sapere che – come ampiamente previsto perché Tremonti l’ha ribadito più volte – che il 5 per mille 2010 (oltre a tante altre misure) sarà finanziato dallo Scudo Fiscale e che verrà inserito con un emendamento nella finanziaria nel corso dell’iter parlamentare (Commissione o Assemblea).
Si inizia a parlare di importi, e questo fa ben sperare.
Ma iniziamo a temere che non sappiano prendere le misure ai fenomeni.
Infatti, secondo l’autorevole testa economica, il Governo assegnerebbe 380 milioni al 5 per mille 2010, e, armati di abaco, facciamo due conti.
Nel 2006, i contribuenti hanno assegnato al 5 per mille la rispettabile cifra di € 345 milioni.
Nel 2007 la parte di imposte dedicate dai cittadini è salita a 373 milioni di euro, un aumento dell’8% in un anno.
Qui si sta parlando del 2010 (redditi del 2009), quindi di tre anni dopo l’ultima edizione di cui si conoscono le cifre. Davvero il ministero crede che gli italiani in tre anni hanno guadagnato solo l’1,7% in più? O che la popolazione che si affeziona al 5 per mille non aumenti?
Avviso ai ministeriali: non dite che poi intanto una leggina metterà a posto tutto, che si aumenterà di quei circa 50 milioni necessari per coprire il costo. Perché di leggine ne abbiamo piene le scatole. Per l’edizione 2007, sono stati prodotti 7 tra leggi e decreti per mettere le cose a posto. Tutto ciò ha un costo, ed il primo costo l’ha dovuto sopportare il non profit che ha atteso l’erogazione proprio a causa delle incertezze della politica, continuamente tirata per la giacchetta per far entrare chi non aveva diritto (plateale il fuorigioco dello sport dilettantistico, riammesso a gioco ampiamente chiuso!).
Non replicate la farsa dell’articolo 30 che prometteva per le casse dello Stato un entrata nel 2009 di ben 150 milioni, che mai ci sarà perché il termine ultimo della dichiarazione Modello EAS è il 15 dicembre 2009!
Siate credibili, è il requisito che vi chiediamo per credervi.
Carlo Mazzini